venerdì 25 febbraio 2011

Avere la risposta pronta

Stamattina h 6.50, bagno.
Matilde rovista nel mio armadietto intanto che mi preparo.

Io - Matilde, ritira quella scatola nell'armadietto.
Matilde - Non sono capace.

Ma come fa a quell'ora ad essere già in grado di rispondere così???


A colazione, Matteo ha distrutto la scatola dei biscotti (ovviamente non ero presente durante il misfatto).

Io - Matteo... hai squartato la scatola... e adesso come facciamo a ritirarli?!
...
Matteo - Mamma, io ho fatto così perchè volevo farti uno scherzo!


Quasi quasi me lo porto la prossima volta che devo andare da un cliente.

giovedì 24 febbraio 2011

Le conquiste della settimana

Questa settimana grandi risultati!

Matteo ha finalmente accettato che luglio si scrive con "gl" e non "luio", come sosteneva lui. Ci sono volute mille spiegazioni, la visione di decine di calendari e la conferma da parte di varie persone autorevoli, ma ce l'abbiamo fatta. Voglio proprio vedere quando andrà a scuola...

Matilde ha imparato i colori. Ha avuto il periodo rosso e poi il periodo giallo, ora invece li riconosce correttamente.
L'altra mattina
Mati - Questa e' rosa.
Io - Si, brava! E questo? (Indicando la confezione di Nesquik)
Mati - E' Nesquit
Io - ...si, hai ragione, ma di che colore e'?
Mati - Giallo.

Direi che ci siamo!

martedì 22 febbraio 2011

Il pollaio

Venerdì scorso sono andata a mangiare la pizza con le mamme della classe di Matteo.
Il solito pollaio. Credo che le cameriere ci abbiano odiate.
Sono stata piuttosto sfortunata perché non ho trovato posto vicino alle mie amiche e mi sono dovuta sedere vicino a mamme sconosciute.
Le due di fronte a me hanno passato la sera a parlare tra loro. Cosa piuttosto antipatica, la prossima volta che vadano per conto loro!

Ci sono stati momenti divertenti, tipo quando una mamma ha detto di lavorare in ospedale.
Mamma 1 : in che reparto?
Mamma 2 : cardiologia
Mamma 1 : sei infermiera?
Mamma 2 : no, cardiologo
...
Chissà perché se una donna dice di lavorare in ospedale si va subito a pensare che sia infermiera ...

Mi sono divertita, anche se la fine della serata mi ha lasciato l'amaro in bocca.
Non ricordo bene per quale circostanza, alcune mamme hanno cominciato a parlare di un`amica di mia sorella.
Malignando, ovviamente. Mi e` spiaciuto, perché e` proprio una brava persona.
La cosa che mi ha lasciato più perplessa e` che non ce n`era bisogno, e` stato proprio un attacco gratuito, fuori da qualsiasi contesto.
Certa gente parla davvero solo perché ha la bocca!

lunedì 21 febbraio 2011

Un po' Cenerentola, un po' Bridget

Mi e` tornato alla mente un ricordo dolceamaro.
Era capodanno, mi trovavo ad un festa con tutti i miei amici, tra cui lui, il ragazzo dei miei sogni.
Bello, alto, simpatico... perfetto, in pratica.
Io mi sentivo un po` il piccolo anatroccolo di fianco ad uno splendido cigno.

Stavamo ballando con la sorella (8-9 anni) di una nostra amica. L'avevamo conosciuta in quel periodo di vacanza e ci eravamo affezionati a lei.

Ad un certo punto è partito un lento. Ho avuto un tuffo al cuore. Mai mi sarebbe ricapitata un'occasione così perfetta! La bambina avrà pure avuto 8 anni, ma ha colto subito quel che mi passava per la testa. Si è inventata una scusa e si è dileguata. Non credo di aver amato così tanto una bambina altrui.

Ci siamo ritrovati io e lui, vicini. Mi ha invitata a ballare quel lento. Non ricordo quale fosse la canzone, ero troppo presa da lui. Mi sembrava di essere in un film, mi sentivo un po' Bella in rosa al ballo, ma senza tutta quella parte tristissima sulla famiglia.

Lui aveva un modo di ballare coinvolgente, mi faceva sentire l'unica al mondo. Gli accarezzavo il collo, delicatamente, quasi distrattamente, anche se ogni gesto era studiato.

Non mi importava di quel che avrebbero pensato gli altri vedendomi.
In quel momento al mondo c'eravamo solo noi due.

E poi la musica è finita, e mi ha riportato alla realtà.

Avrei dato tutte le scarpette di cristallo del mondo per un suo bacio, invece lui mi ha salutata e si è allontanato.

E sì che avevo i collant a vita alta e le mutande della nonna!

giovedì 17 febbraio 2011

Il bilancio della giornata

Sono in treno e cerco di fare il riepilogo della giornata.

Mi sono arrivati dei ticket nuovi e sono riuscita a risolverli rapidamente e da sola (quasi) . BENE.

Ho scoperto che mi era arrivata una segnalazione che in realtà era stata già trattata da un collega. L'utente non aveva reputato necessario avvisarmi. Quando c'e` trasparenza nell'informazione...
MALE.


Un collega ha cercato di rifilare a me e ad un altro una bella gatta da pelare. Si trattava di una questione complicata che lui - ma DAI?!- non aveva voglia di seguire.
MALE.

Ho espresso il mio disappunto al mio responsabile che si e' mostrato d'accordo con me.
BENE.

A parte questo furbetto, i miei colleghi sono tutti belle persone e ci troviamo bene.
Ci vogliamo bene. Tant'e` che da un po' io e alcune colleghe eravamo preoccupate, perché il nostro caro collega Giacomo non era più lo stesso. Era pensieroso, cupo, assente, quando normalmente lui e' una persona brillante e vivace. Oggi pare si sia presentato senza l'anello che gi aveva regalato la fidanzata. Bruttissimo segno.
E' tutto il giorno che penso a lui e a cosa potrei fare per stargli vicina, visto che lui e' fisso dal cliente e non ci vediamo. Sono triste.

mercoledì 16 febbraio 2011

Che ogni tanto bisogna ridimensionarsi

Ogni tanto mi viene da fare il punto della situazione, altrimenti finisce che mi perdo, che non so più a che punto sono.

Ci sono delle sere che esco dall'ufficio un po' delusa, perchè mi rendo conto di non sapere un sacco di cose, che magari mi chiedono delle banalità e io non so dove reperire le informazioni. Che ci metto il triplo del tempo necessario.
E mi deprimo, perchè odio non essere all'altezza della situazione, come tutti del resto.

Mi chiama quel collega di Roma, che poi a conti fatti collega mio non è, lavora nella mia azienda, ma non fa parte del mio gruppo. Chiama quel collega e mi chiede delle cose che non so, ci ragiono, ci perdo tempo.
Mi innervosisco, perchè va bene non sapere come funziona il sistema, ma come si costruisce l'IBAN te lo cerchi su google, un pochino di fatica fattela pure tu, diamine!

E poi mi fermo un attimo. Questo è due o tre livelli sopra di me. Non sa nemmeno da che parte è girato, e pretende delle risposte da me che non gli devo niente.
E' tutta gentilezza rispondergli.

E poi ci ripenso ancora un secondo.
Lavoro su questo prodotto da ottobre, è ragionevole che non sappia tutto, che faccia fatica. Perchè io mi faccio tanti problemi, sono così in ansia quando c'è chi pretende tutto senza averne diritto e senza dare niente in cambio?!

martedì 15 febbraio 2011

Scene di vita familiare - perchè non siamo tutti a posto

Io : Matteo, da cosa vuoi vestirti a carnevale?
Matteo : Da drago
Io : E tu Mati?
Mati : Babbo Natale.


Matteo : Papà mi racconti una storia per aiutarmi a mangiare? Raccontami Pinocchio.
Papà : ...e poi a Pinocchio sono venute le orecchie da asino.
Mati : Come io!


Matteo : Il peperone è un pepe grande grande.

Matteo : E' arrivato un bastimento carico carico di... animali, che volano di notte e fanno uuuu, uuuu, sembrano aquile, ma non sono aquile, iniziano con la lettera P. Pipis... Pipis...
Io : Pipistrello?
Matteo : Brava!

Perchè lui è di buon cuore.

venerdì 11 febbraio 2011

Socratica - perchè so di non sapere un beneamato ...

In questi giorni più che mai mi rendo conto della mia ignoranza.

Ieri ho ricevuto una telefonata:

E. - "Ciao, sono Ernesto di Ravenna, un collega, stavo cercando Laura"

Io - "Guarda, Laura non c'è" (e mi aspettavo l'immancabile "è andata via" che stranamente non è arrivato)

E. - "Magari è da un cliente... mi aveva dato un altro numero"

Io - "Prova a chiamarla lì, altrimenti mandale una mail"

E. - "Ennno, io ho bisogno di parlarle"

Io - "Allora prova a quel numero..."

Ovviamente non l'ha trovata, mi ha richiamata e ho vinto io la grandissima opportunità di dargli una mano. Io probabilmente non sono molto esperta, ma lui è peggio!
Mi ha fatto delle domande che mi hanno messa in difficoltà. Che poi quando mi sono fermata a ragionare con calma ho capito e ho trovato delle soluzioni (che poi non erano proprio proprio precise, ma si fa un passo alla volta). Mi sono fatta mandare il suo numero di telefono via mail.

Nel frattempo discutevo con i colleghi del fatto che questo si fosse presentato dicendo di essere di Ravenna. Non ne capivo molto l'utilità.
Mi arriva la mail.

Io - "Ma guarda te questo, mi dice di essere di Ravenna, ma è della sede di Roma. La prossima volta che chiama gli dico che sono di Varese."

Collega - "Della Venna, Stefania, non di Ravenna. Si chiama così!"

Io - "... e vabbè, se però non sa parlare non è mica colpa mia!"


Sto messa così. Però è venerdì, suvvia.

giovedì 10 febbraio 2011

E tanti cari saluti al collega migrante

In questo periodo in ufficio è periodo di cambiamenti. Gente che va, gente che arriva.
Ieri sera ci siamo trovati per un aperitivo per salutare un collega che se ne va.
E fa le cose per bene, eh, mica che va alla concorrenza.
Tipo che se ne va Dubai, dove la fidanzata lavora già da qualche anno.
Solo per questo motivo siamo contenti per lui.

Siamo andati in un locale qui a Milano, avevamo un tavolo prenotato. E non un tavolo qualsiasi, no, no. Quello al centro della sala, rialzato e posto sotto un enorme lampadario luminosissimo.
In pratica ci vedeva chiunque. Sembravamo in vetrina.

Inizialmente noi ragazze eravamo un pochino in imbarazzo, venivamo direttamente dall'ufficio e ci siamo ritrovate circondate da ragazze tiratissime, con vestitini sbracciati e trucco perfetto.
Nonostante questo abbiamo avuto la nostra dose di tentativi di abbordaggio.

Zitta e porta a casa.

Alla fine ci siamo un po' rilassate e adattate al posto. Abbiamo mangiato (tanto) e bevuto (di più).

Sono arrivata a casa all'1, con un sonno terribile. Stamattina il risveglio è stato molto difficile. Non ho più il fisico per queste cose!!

martedì 8 febbraio 2011

Le mie tare mentali - volume I

Ci ragionavo l'altro giorno. Ho 30 anni (quest'anno saranno 31, porca ...), ma quando mi chiedono l'età d'istinto mi verrebbe da dire 25.

Non mi sento adulta, mi sembra d'essere una ragazzina a cui siano state affidate responsabilità troppo grandi. C'è solo una situazione in cui mi sento "grande".
Perchè non basta essermi laureata, avere un lavoro. Non è sufficiente essere sposata e avere due figli (due parti naturali di 8 e 6 ore, giusto per essere precisi). No, no.
Per sentirmi davvero adulta devo fare una cosa. Andare in lavanderia.
Quando entro in lavanderia mi sento davvero emancipata, una donna e non una ragazza.

Questo per fugare ogni dubbio circa la mia sanità mentale.

Il top assoluto, l'evento che davvero mi farebbe sentire arrivata, una donna in carriera, sarebbe avere la donna delle pulizie. Ma per quello devo fare un grosso lavoro su me stessa. Devo ancora accettare l'idea che si può pagare una persona per fare delle cose che faresti tu gratis, con un po' di fatica in più. Proprio non ce la faccio. E poi dovrei accettare anche l'idea che un'altra persona metta le mani tra le mie cose.

Ok, la dico tutta, la mia vera preoccupazione è che questa persona possa mettere in discussione come ho organizzato la casa e le mie cose. Oooohhhh, l'ho detto.
Perchè fanno così! E poi riordinano secondo criteri loro. Faschtidio.

Ok, non sono pronta. Ancora qualche anno.

lunedì 7 febbraio 2011

Un libro cambierà il mondo. O almeno il tuo pomeriggio...

Da ragazzina pensavo che fare la bibliotecaria fosse il lavoro più bello del mondo.
Stai tutto il giorno in mezzo ai libri, e in più ti pagano!
Con una mia amica, d'estate passavamo interi pomeriggi nella biblioteca comunale, per "aiutare" la bibliotecaria. E' una donna molto gentile, ci voleva bene, sapeva quanto noi amassimo leggere e spesso ci suggeriva dei titoli nuovi. Le raccontavamo delle nostre (dis)avventure amorose, e credo se la ridesse tra sè e sè per quanto eravamo imbranate.

L'amore per la lettura rimane, è una cosa che si impara da bambini e non ti lascia più.
Ho avuto passioni lancinanti per alcuni scrittori, amori corrisposti (perchè quando leggo una cosa bella penso sia stata scritta per me), tiepide amicizie, incontri diffidenti.

Ultimamente mi sto dando al giallo, che poi magari non ci dormo di notte per l'ansia, ma 'sti scrittori svedesi e norvegesi sono proprio bravi!
Ho avuto il periodo sudamericano, il periodo inglese, quello sudafricano. E ora è il momento della Scandinavia. Qua e là ci piazzo qualche italiano, per campanilismo più che altro.

Ora in realtà sono alle prese con un libro dell'Allende, uno dei miei amori giovanili.
Sto leggendo "La somma dei giorni", che è un racconto in prima persona della vita della sua famiglia nel periodo successivo alla morte della figlia Paula.
Pur non condividendo la sua visione del mondo, la adoro. Dà l'idea di essere una persona gradevolissima anche se dotata di un bel caratterino.
Sembra quasi di conoscerla, si mette a nudo, ti parla come se fossi sua amica, senza pudori, senza omettere aspetti imbarazzanti o che potrebbero metterla in cattiva luce.

Mi piacerebbe essere così, sentirmi DAVVERO libera di dire sempre quel che penso. Invece ho sempre attivo il filtro "attenzione a non ferire i sentimenti altrui".
Posso dirlo? E' colpa di mia mamma.

E chiudiamo qui la seduta odierna. Tiè, senza nemmeno pagare lo psicanalista!
Troppo facile?!

venerdì 4 febbraio 2011

I requisiti del consulente

Per essere un (buon) consulente non è necessario sapere tutto, essere esperti di un argomento, no. Bisogna essere psicologi, analisti, a volte (troppo spesso) psichiatri.

Per la mia esperienza bisogna essere dotati di :

- PAZIENZA INFINITA, perchè delle volte l'utente è in grado di sfinirti. Ti chiede la stessa cosa 20 volte, dichiarando di avere capito tutto. E tu sai che non è vero, glielo leggi negli occhi, ma fai finta che sia davvero così. Più che altro ci speri.

- CHIAROVEGGENZA. Oggi mi hanno aperto un ticket. La segnalazione era del tipo "la registrazione della fattura non funziona". Ho risposto via mail chiedendo dei dettagli, un esempio pratico, un numero di fattura da controllare. La risposta è stata (testuale, la copio dalla mail) "secondo me non c’è un errore, il sistema gestisce male la cosa". Bene, adesso sì che so cosa controllare! Dovrò decidermi ad ordinarla 'sta sfera di cristallo...

- BUONA EDUCAZIONE. Perchè ti capitano mille occasioni in cui potresti esplicitamente dire al tuo interlocutore che è un rimbambito. Ma mi hanno detto che non sta bene. Quindi, glissare. E' un'arte, blandire la persona che si è accorta di aver detto una vaccata. "Bhè, in effetti ci si può confondere..".

Per fortuna lavoro dalla sede, così posso evitare brutte figure.

E' un classico la scena in cui si chiude la telefonata
"...sì, sì. ok, va bene, ciao, ciao"
... click...
"Mavafanculo!"

giovedì 3 febbraio 2011

alti e bassi

Questa e` una settimana complicata, dal punto di vista lavorativo.

Un cliente mi ha mandato una mail poco simpatica in cui lamentava una mia mancanza di precisione. In parte avrebbe anche ragione, se io non avessi prove per obiettare che le loro specifiche non sono per nulla precise.

Un altro cliente invece pare essere molto soddisfatto del mio operato. E` stata fatta ieri una riunione con tutti i capi e pare si siano espressi in grandi elogi. Poi e` anche girata una mail tra i capi dell'azienda, in cui si facevano i complimenti tra di loro. Lo so perché me l'hanno girata, non perché fossi tra i destinatari. Ovvio. I complimenti li ricevono sempre quelli che non si sporcano le mani.
Trovo sia molto divertente. In realtà poi il mio responsabile mi ha chiamata per congratularsi.

Oggi invece altra giornata impegnativa. Tutta colpa dell'agenzia delle entrate che ci complica la vita tra Black list, 770,cdi. Ma poi tutta 'sta cartaccia la guarda davvero qualcuno??? Ho i miei dubbi...

mercoledì 2 febbraio 2011

La cosmopolitana

Ci sono un musulmano, un ortodosso e una cattolica.
Non è una barzelletta, ma la "panchina" della metropolitana che ho preso stamattina.

Ci trovi la signora ingioiellata e quella delle pulizie. Il manovale e il dirigente.

C'è sempre di tutto.

A me diverte guardare gli stranieri in visita, quelli con la guida e lo zaino che si parlano tra di loro in lingue incomprensibili.
Tu sei lì, che non vedi l'ora di andare a casa, mentre loro sono tutti entusiasti, hanno in mente mille progetti, percorsi. Tutte quelle cose da vedere e troppo poco tempo per farlo.
E pensi che tu, per esempio, non sei mai stata alla pinacoteca di Brera. Tipo.

Che in quella città che a volte preferiresti non vedere, ci sono delle meraviglie per cui la gente fa dei viaggi lunghissimi per visitare.

Un po' è la pigrizia, un po' la sana ignoranza, un po' l'abitudine al luogo.
Che non ti viene da pensare che ogni città ha le sue meraviglie. Le dai per scontate, non le cerchi più.